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Communione di cibi e di bevande.
Vi ha un proverbio francese che dice: Boire et manger, coucher ensemble, c'est mariage ce me semble. Questo proverbio si riferisce evidentemente all'uso di far bere e mangiare gli sposi insieme, uso che diede luogo nel medio evo a parecchi abusi[324].
Nell'India vedica, si versava sopra le mani de' due sposi unite una doppia manata di grano arrostito.
Fra i Parsi, mentre gli sposi si danno la mano, il maubad versa loro sopra le mani unite riso e frumento.
La romana confarreatio, che consacrava le nozze, doveva avere il medesimo significato, ossia rappresentare la communione di ogni bene fra gli sposi.
La confarreazione si celebrava nel cospetto del Pontefice, del Flamine e di dieci testimonii. Le Vestali preparavano un minestrone di farro con cui si aspergeva la vittima simbolica del sacrificio nuziale. Di quello stesso farro facevasi un pane del quale entrambi gli sposi doveano mangiare.
In alcuni cantoni della Brettagna, il prete taglia una fetta di pane bianco e lo spezza fra gli sposi; quindi versa vino in una tazza d'argento, che lo sposo beve in parte, passando il resto alla sposa.
In Russia, gli sposi, per un antico uso ereditato forse dai Greci, che lo hanno pure conservato, si scambiano tre volte in chiesa il calice contenente vino; l'ultima goccia dev'essere bevuta dalla sposa, la quale intende così di volere, in seguito, vuotare, rassegnata il calice delle amarezze[325].
Ne' dintorni di Bolzano (Trentino), due ragazzi sostengono due vasi pieni di vino; il prete versa da bere allo sposo e alla sposa, che bevono allo stesso bicchiere; quindi si fanno bere tutti gli astanti.
Tutto ciò fa parte del cerimoniale sacro; ma vi sono usi, i quali, anche non presente il sacerdote, restano sacri, tenendo le parti del sacerdote il padre. Così, se gli sposi non divisero i cibi e le vivande in chiesa, lo faranno appena giunti a casa.
Nella valle di Susa, gli sposi mangiano allo stesso piatto e bevono allo stesso bicchiere[326].
Lo stesso uso vive in Sardegna[327] e presso il Lago Maggiore.
L'indiano Gobhila scrive d'un cibo sacrificale, che nel secondo giorno delle nozze gli sposi dovevano mangiare insieme, e il Weber[328] annota come nell'antiche usanze del settentrione, e in Colonia, e ne' Siebenbürgen gli sposi bevono allo stesso bicchiere.
Nell'Indocina[329], al banchetto nuziale gli sposi mangiano allo stesso piatto; così, generalmente, nell'India odierna, al banchetto che si fa nel quarto giorno delle feste nuziali.
Marco Cralievic', l'eroe de' Serbi, fra gli altri doni che egli reca alla sposa, ha pure una ciotola, nella quale egli deve bere con essa; e sappiamo da Quinto Curzio[330] come, presso i Macedoni, gli sposi spartissero con la spada lo stesso pane, ed insieme lo gustassero.
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